2012/12/15

1972/12/15: L'addio alla Luna di Cernan e Schmitt sul quotidiano "La Stampa"

La partenza di Cernan e Schmitt dalla Valle di Taurus-Littrow sulla prima pagina del quotidiano "La Stampa" di venerdì 15 dicembre 1972 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Ottenuti eccezionali risultati scientifici

L'Apollo ha lasciato la Luna dopo 75 ore di esplorazione

Battuto ogni precedente primato - Cernan e Schmitt hanno percorso, a bordo della Rover, quasi 40 chilometri tra montagne e crateri - Il distacco della scialuppa "Challenger" dalla superficie lunare poco prima di mezzanotte; quindi l'aggancio all'astronave-madre in orbita

Martedì a tarda notte il rientro nell'Oceano Pacifico

(Dal nostro corrispondente)  New York, 14 dicembre. La missione dell'Apollo 17 sulla Luna è finita. Il modulo Challenger è in orbita dopo essersi agganciato alla cabina madre America. Il comandante Gene Cernan e il geologo Harrison Schmitt hanno abbandonato la superficie selenica alle 17,54 e 44 secondi (le 23,54 e 44 secondi in Italia). Con una fiammata possente, che ha abbacinato i teleschermi di tutti gli Stati Uniti, il motore del modulo ha portato i due astronauti ad un'altezza di 17 chilometri in 8 minuti. L'ascesa è stata perfetta, a parte disturbi radiofonici.
Cernan e Schmitt hanno eseguito la pericolosa manovra, il momento più emozionante dell'intera missione, con straordinaria freddezza. "Partiamo" ha gridato il geologo, terminato il conteggio alla rovescia. E subito dopo: "Andiamo, ma siamo al buio", cioè abbiamo perduto i contatti radio col centro spaziale di Houston.
La cabina madre, pilotata da Evans, ha fatto da ponte radiofonico tra Challenger e la Terra. "Dì loro che sono dritti sul bersaglio" ha urlato Houston a Evans, che ha riferito il messaggio. Dopo soli 30 secondi, il modulo era già a 500 metri, e guadagnava velocità.
Al Centro spaziale, tecnici e scienziati hanno brindato, stringendosi la mano. Cernan, Evans e Schmitt erano impegnati in una animata quanto caotica conversazione. L'aggancio in orbita, a 129 chilometri circa d'altezza, tra i due vascelli è avvenuto alle 19,53 (le 1,53 di domattina in Italia). I tre astronauti incominceranno il viaggio di ritorno sabato sera. Ammareranno nel Pacifico martedì notte, ultimi esploratori della Luna.
L'Apollo 17 si è lasciato alle spalle un'impressionante apparecchiatura scientifica, che continuerà a funzionare automaticamente per anni, e la placca commemorativa firmata dal presidente Nixon e dai tre arditi esploratori: "Qui l'uomo ha completato le sue prime esplorazioni della Luna, il dicembre 1972 dopo Cristo. Lo spirito di pace con cui siamo venuti possa riflettersi nella vita dell'intera umanità". Reca con sè, inoltre, forse la più importante scoperta dell'intero programma: la polvere arancione, di origine vulcanica, rivenuta ieri ai piedi del massiccio meridionale della valle Taurus-Littrow. Essa potrebbe smentire due credenze: che la Luna sia sempre stato un corpo morto, e che non abbia mai avuto acqua.
L'"Apollo 17" ritorna anche con una messe di primati. Cernan e Schmitt hanno trascorso più di 75 ore sulla superficie selenica e coperto, con l'automobile "Rover", quasi 40 chilometri: Armstrong e Aldrin, nel luglio del '69, erano usciti dall'"Apollo 11" solo 2 ore e 32 minuti. La seconda escursione, quella di ieri, è stata, nelle parole della Nasa, "la più proficua di tutte", perché si è svolta su un terreno "di straordinaria varietà geologica". E in orbita Evans "ha condotto esperimenti prima mai tentati con onde radar".
Il bilancio della missione è stato tratto dal comandante in una cerimonia di dedica d'una delle pietre trovate "alla gioventù del mondo": "Il programma Apollo ha offerto al mondo una sfida per il futuro" ha detto. "La porta è aperta, ma le promesse dell'avvenire riposano sui giovani di tutte le nazioni, sulla loro capacità di imparare a vivere e a lavorare insieme".
Il programma Apollo è costato 26 miliardi di dollari, l'ultima missione mezzo miliardo. "Forse - ha scritto la Washington Post - questi soldi potevano essere spesi meglio. Ma se pensiamo agli sprechi e alle tristi conseguenze della guerra del Vietnam, dobbiamo ammettere che le ricerche spaziali ci hanno dato uno scopo e un'unità nel momento in cui ne avevamo più bisogno". Oggi, ha aggiunto il giornale, non invertiamo marcia: ci fermiamo solo a riflettere.
L'ultima parte della permanenza degli astronauti sulla Luna è incominciata alle 17,31 di ieri (23,31 in Italia) con l'uscita dal modulo Challenger per la terza escursione. Cernan e Schmitt hanno raggiunto con la Rover il massiccio settentrionale, alto circa 1500 metri, per raccogliere altri campioni di polvere selenica. "Mi sembra di essere un ragazzino che gioca con un mucchio di sabbia" ha gridato gioiosamente il geologo, sporcandosi. Poi, notando macigni di formazione cristallina, che avevano lasciato solchi: "Hanno scavato delle vere trincee, deve essere effetto di un terremoto". La Rover era posteggiata su un ripido pendio, e Cernan ad un certo punto s'è allarmato: "Meglio scendere, non c'è altro".
I due astronauti si sono diretti quindi al cratere Van Serg, nella speranza di trovare altri detriti color arancione. Le loro ricerche sono state inutili.    (Ennio Caretto)