Sono trascorse 137 ore e cinquantacinque minuti dal loro arrivederci alla Terra. In Italia le lancette dell'orologio segnano le 00:28 di mercoledi 13 dicembre, le 18:28 a Houston di martedì 12. Dopo aver depressurizzato la cabina il portello di "Challenger" si apre: è l'inizio della seconda E.V.A. lunare per Eugene Cernan e Harrison Schmitt. I due astronauti hanno dormito un'ora in più rispetto al programma prestabilito: la prima giornata con l'installazione degli strumenti ALSEP, il viaggio sulla Rover e la raccolta dei primi campioni lunari, si è fatta sentire nel pur collaudato fisico di un astronauta. Svegliati al suono della "Cavalcata delle Valchirie", li attende una giornata altrettanto impegnativa con una esplorazione più ampia rispetto a quella del giorno precedente.
La prima cosa da fare, una volta discesa la scaletta di "Challenger", è quella di ovviare alla rottura del parafango della ruota destra della "Jeep" lunare. Alle 00:38 italiane viene accesa la telecamera posizionata sulla Rover e in collegamento con la Terra su suggerimento di John Young, l'astronauta comandante della missione Apollo 16 svolta nell'aprile scorso, vengono fissate quattro mappe lunari plastificate con del nastro adesivo e delle pinzette a quello che è rimasto del parafango originale.
Risolto il problema, i due astronauti saliti a bordo della "Rover" si dirigono ai piedi del "Massiccio Sud", verso il cratere Nansen, denominato la "Stazione numero 2". Qui Cernan e Schmitt rimangono per più di un'ora raccogliendo una buona quantità di rocce e polvere lunare. Dopo un'ulteriore fermata alla "Stazione numero 3", il cratere Lara, distante più di sette chilometri dal luogo dell'allunaggio, la zona più lontana mai toccata da una missione Apollo dal punto dello sbarco, l'undicesimo e il dodicesimo rappresentante del pianeta Terra su un altro mondo, si dirigono, ritornano in direzione del Lem, verso il cratere Shorty, la "Stazione numero 4".
Questo luogo è considerato dagli scienziati della NASA una delle zone più importanti dell'intera esplorazione dei due uomini di Apollo 17. Lo studio delle foto scattate dall'orbita lunare dalle precedenti missioni, in particolare da Apollo 15 e Apollo 16, sembrano aver evidenziato la possibilità di una manifestazione di un fenomeno vulcanico più o meno recente.
Alle 05:15 ora italiana, raggiunto l'obiettivo, Cernan e Schmitt scendono dalla "Rover". Mentre il comandante dell'ultima missione lunare umana scatta fotografie della zona e dà una ripulita alla "Jeep" dalla fastidiosa e insidiosa polvere selenica, Schmitt si accorge che il terreno sotto i suoi piedi è di colore arancione. "Oh, ehi!", annuncia stupito il geologo. "Qui tutto intorno è arancione!". Raggiunto il compagno anche Cernan si rende conto che il suolo è di un brillante arancione. Forse una prova di una non lontana eruzione vulcanica? I due astronauti iniziano a scattare foto della zona e a prelevare su consiglio degli scienziati a Houston numerosi campioni del terreno rosso, effettuando anche un "carotaggio" del suolo fino ad una profondità di sessanta centimetri.
Purtroppo il ritardo accumulato nella riparazione del parafango e alle fermate alle "Stazioni 2 e 3" costringe i due astronauti, su suggerimento dei tecnici a terra, ad abbandonare l'interessantissimo sito per ritornare verso il "Challenger". Il Modulo Lunare non è lontano, circa quattro chilometri, ma nel caso di un improvviso guasto alla "Jeep" durante il rientro, Cernan e Schmitt sarebbero costretti a ritornarci a piedi con un'evidente maggior consumo di ossigeno.
L'ultima tappa della seconda escursione è la fermata alla "Stazione numero 5" nei pressi del cratere "Camelot". Qui i due uomini di Apollo 17 per venti minuti raccolgono nuovi campioni di roccia, polvere e suolo lunare arricchendo lo straordinario bottino di questa seconda attività; risaliti poi a bordo della "Rover" riprendono la strada verso la loro "dimora lunare".
Cernan e Schmitt alle 07:05 ora italiana, le 01:05 di notte in Texas, sono di nuovo ai piedi del Lem. Alle 07:28 la telecamera viene spenta: si chiude la seconda trasmissione televisiva dalla valle di Taurus-Littrow, una diretta TV che ha tenuto incollati davanti ai teleschermi milioni di americani, ammirati dallo straordinario paesaggio e dalle meravigliose immagini a colori che giungono sino a noi da quasi 400.000 chilometri.
Alle 08:05 il portello di "Challenger" viene chiuso. La seconda esplorazione è durata sette ore e 36 minuti, la più lunga mai effettuata da uomini sulla Luna. Dopo essersi tolte le tute ricoperte sempre più di polvere lunare, consumato la cena e risposto alle numerose domande dei tecnici e soprattutto degli scienziati che seguono minuto per minuto, da una speciale stanza al Centro spaziale di Houston, l'attività sulla superficie dei due astronauti, per Cernan e Schmitt ha inizio un lungo e meritato periodo di riposo. Il giorno successivo li attende con altre sette ore programmate di esplorazione. Sarà questa probabilmente l'ultima, almeno per questo secolo, da parte di un equipaggio umano al corpo celeste più vicino alla Terra.