2012/12/20

1972/12/20: La conclusione del volo di Cernan, Schmitt e Evans e del programma lunare Apollo sul quotidiano "La Stampa"

Il felice rientro degli astronauti di Apollo 17 sulla prima pagina del quotidiano "La Stampa" di mercoledì 20 dicembre 1972 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).
La cronaca delle ultime ore nello spazio e il ritorno sulla Terra di Cernan, Evans e Schmitt a pagina 11 de "La Stampa" di mercoledì 20 dicembre 1972 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

TERMINA CON APOLLO 17, IL PROGRAMMA LUNARE

L'ultimo "splashdown"

La navicella con Cernan, Schmitt e Evans è apparsa nel cielo del Pacifico, a sud-est di Samoa, in perfetto orario: agganciata ai tre paracadute, splendeva nel gran sole del tropico - A meno di 1700 metri attendeva la portaerei "Ticonderoga" - Conclusione trionfale del viaggio esplorativo più ricco di risultati

(Dal nostro corrispondente) New York, 19 dicembre. L'ultimo Apollo è ritornato a Terra. Alle 14,24 di oggi (le 20,24 in Italia), i tre paracadute gonfiati dal vento, la cabina di comando è scesa, a 35 chilometri l'ora, nell'Oceano Pacifico. Elicotteri, canotti pneumatici e la portaerei "Ticonderoga" attendevano a meno di 1700 metri di distanza. Il comandante Cernan, il geologo Schmitt e il pilota Evans si sono affacciati sulle acque calme agitando festosamente le braccia. "Che bella giornata per rientrare a casa!" ha esclamato Cernan. L'ammaraggio è stato seguito alla televisione a colori da quasi metà del Paese. E' stata una conclusione trionfale per la prima èra dello spazio. 
La manovra di discesa è incominciata stamane con la necessaria correzione di rotta che deve consentire alla navicella (e non ha mai fallito) di imboccare il cosiddetto "corridoio di rientro" nell'atmosfera. Il momento cruciale è giunto alle 14,11, quando la cabina di comando America s'è gettata verso l'Oceano alla terrificante velocità di 40 mila chilometri all'ora, trasformandosi in una palla di fuoco a causa dell'attrito. "Le condizioni per il vostro recupero sono ideali" ha detto il centro spaziale di Houston, prima di perdere i contatti radiofonici per i previsti tre minuti. Poco dopo, da bordo della Ticonderoga hanno avvertito che il radar segnalava già il passaggio dei tre astronauti a breve distanza.
Quando si sono ristabiliti i contatti, s'è sentita la voce di Evans: "Che spettacolo meraviglioso. Stiamo scendendo come una bomba. Tutto è a posto". Houston ha risposto: "Centrerete quasi il bersaglio. Complimenti per la perfetta manovra". A 3000 metri circa, si sono aperti i paracadute, e l'Apollo 17  a frenare. "Eccellente equilibrio - ha esclamato Evans - Ci sentiamo tutti bene, siamo ansiosi di vedervi". La cabina di comando ha toccato l'acqua con cronometrica regolarità. "Tuffo", ha continuato il pilota. "Si può finalmente uscire". I sommozzatori hanno spalancato il portello. "Che luce, che sole", ha commentato Evans.
I tre astronauti hanno indossato una tuta bianca e scarpe da ginnastica, sono stati issati su un elicottero, e hanno raggiunto la Ticonderoga tra gli applausi dell'equipaggio e di numerose personalità politiche, come il senatore Goldwater, candidato presidenziale repubblicano alle elezioni del'64. Dopo una buona cena e una notte di riposo partiranno in aereo per Samoa, a 650 chilometri circa a nord-ovest. Giovedì mattina saranno già al centro spaziale di Houston, dove scienziati e tecnici li attendono con impazienza. Dopo due giorni di esami e di discussioni, torneranno alle famiglie per il Natale. Le loro vacanze dureranno due settimane.
Mentre scrivo, il prezioso carico dell'Apollo 17 (è stata la missione più ricca di primati) è già in viaggio per Houston, la "capitale dello spazio". Esso include le pietre e la polvere color arancione di origine vulcanica che i geologi sperano rivelino la esistenza di acqua sulla Luna in epoca relativamente recente: 110 chili circa di minerali taluni dei quali risalgono forse a quattro miliardi e mezzo di anni, le rocce più antiche di tutte quelle mai trovate anche sul nostro pianeta; inoltre tremila fotografie e quattro chilometri di pellicola. A Houston, scienziati e tecnici sono convinti che il carico potrà svelare i molti misteri non solo del nostro satellite, ma dell'intero sistema solare. Ha dichiarato il direttore della Nasa, Fletcher: "Senza dubbio, questa è stata la missione più importante e fruttifera".
Ieri, nella fase finale del viaggio, il comandante Cernan, il geologo Schmitt e il pilota Evans hanno tenuto una conferenza stampa dallo spazio. Schmitt ha detto d'essere convinto che l'Apollo 17 abbia raggiunto tutti i suoi obiettivi: "Cercavamo nella valle Littrow-Taurus le indicazioni sulle diverse età della Luna, e le abbiamo trovate". Schmitt è stato un po' l'eroe dell'impresa. Il primo scienziato a sbarcare sulla Luna (è geologo di professione). Ha sfruttato egregiamente la propria conoscenza, è certo che in futuro i suoi colleghi parteciperanno alle esplorazioni. Ma anche Cernan, il veterano dell'Apollo 10, e il pilota del modulo di comando, Evans, hanno svolto egregiamente i loro compiti.
Per giungere ai risultati d'oggi sono stati necessari undici voli Apollo tra il 1967 ed il 1972 (solo sei dei quali hanno portato uomini sulla superficie lunare a partire dal glorioso Apollo 11 il 20 luglio 1969), 33 astronauti, ottanta ore e 35 minuti trascorse da dodici uomini sulla superficie lunare, 104 giorni, 5 ore e 2 minuti di vita umana nello spazio ed una catena di viaggi spaziali lunga oltre 29 milioni di chilometri.
Il presidente Nixon ha voluto congratularsi di persona coi tre astronauti, e dall'Unione Sovietica sono arrivati telegrammi. Fletcher ha così riassunto i sentimenti comuni: "Si chiude un'epoca, ma se ne apre un'altra. L'obiettivo fissato da Kennedy nel '61 è ormai superato. L'anno venturo sperimenteremo le piattaforme orbitanti, o stazioni spaziali vicino alla Terra. Nel'75, avrà inizio la collaborazione coi sovietici, si compirà un aggancio in orbita della Soyuz e dell'Apollo. 
Sono persuaso che, se la collaborazione si svilupperà, l'uomo riuscirà a conquistare anche pianeti come Marte. Ma è necessario unire le nostre risorse: divisi, è impossibile.   (Ennio Caretto)